NEL CIELO CHE SALE
Tuona soprusi e languide nenie l’oltre della notte inguaiata di spasmodiche rughe nel torpore bieco d’un sottovoce da megera. Desolati e infidi marciapiedi musei di passate piaghe argomentano sullo sbadiglio di vetri e siringhe custodi di emerite follie. L’abisso d’un vorticoso vuoto cede la china a un idillio conforme di solitudini rincorse nel manifesto d’ombre mute aggrappate ai pali. Il richiamo assillante di cani sul tessuto stantio di ruggente insonnia dona un pacato miraggio di galleggiante mongolfiera su socchiusi occhi, dentro il cielo che sale… @Silvia De Angelis